LA FENOMENOLOGIA DEI GENITORI ALLA GIOSTRA DEL CODINO di Enrica Tesio
"I parenti sul molo del Titanic in partenza. I parenti in questione
sono quasi sempre i nonni, con pena lasciano il bambino e cominciano a
salutare come pazzi, sempre dopo aver infilato nel taschino del piccolo
un santino di Padre Pio.
Il motivatore. Padre, giovane. Arriva
con un piano preciso, indica al figlio il bus a due piani all’inglese,
quello più esterno, quello dove puoi stare in piedi, lo guarda negli
occhi e gli dice: “vai e colpisci, il codino deve essere tuo!”. “Ma,
papà, io preferivo la tazzina rotante!”, “Ma non lo vedi che è al
centro? La tazzina rotante no, ruota, ti rende la presa instabile, non
mi performi!”.
Il padre Povia o anche detto “Luca era gay, ma
adesso va su di lei, la giostrina maschia dei pompieri”. E’ quello che,
tra una corsa e l’altra, cerca invano di far cambiare al figlio il
mezzo, ma il bambino imperterrito vuole SEMPRE e SOLO il cavallino rosa
di Barbie.
Mia madre. Mia madre ha sempre fatto categoria a sé.
Una donna così apprensiva che dopo avermi fatto montare nel più noioso
dei veicoli, la macchinina dei Flinstones, mi dava dei creakers per il
viaggio, mi metteva un cappellino per il vento e si raccomandava di
guardare sempre la strada “ché altrimenti ti viene da vomitare. In quel
caso comunque ci sono i creakers, non togliere mai le mani dal volante
nemmeno per prendere il codino e chiama quando arrivi, eh”.
Il
genitore Gabanellide. La giostra come simbolo di questa Italia che non
va da nessuna parte. E’ polemico: i gettoni che mi hanno dato sono falsi
e comunque non mi hanno fatto lo scontrino. La giostra non è a norma
CE. La macchina di Batman non ha fatto il tagliando. E peppaPig non ha
fatto le vaccinazioni per la zooprofilassi. Il giro gratis vinto da suo
figlio è stato 10 nano secondi più breve degli altri e l’aeroplanino,
inutile dirlo, rilascia scie chimiche. Secondo lui, inoltre,
bisognerebbe alternare giri in senso orario e antiorario per non
sconvolgere il ritmo circadiano e i sensi dell’equilibrio dei bambini.
Il parsimonioso. Compra i gettoni uno alla volta. Intervalla 5 giri in
panchina a 1 giro in giostra: “così ti durano di più”. Il parsimonioso
comunque è una rarità, è molto più facile trovarlo a fianco del figlio
sulla moto-giostrina a moneta, dove non è stata inserita nessuna moneta
naturalmente, mentre soffia sulla faccia del bambino per dargli la bella
sensazione di vento sul viso durante la corsa.
Il genitore della
Prima Repubblica. Si avvicina con fare furtivo al giostraio e gli
sgancia una mazzetta per oliare la carrucola del codino a favore del
figlio. Solitamente il figlio è un preadolescente, c’è sempre in ogni
giostrina questo bambino fuoricorso coi baffi, è talmente fuori posto
che si siede nella tazzina girevole e ruota come un ossesso fingendo di
trovarsi su un tagadà con i suoi coetanei.
Il genitore con un
serio problema di dipendenza da giostra. Inutile fingere, la giostra è
quella cosa che ti permette di sentirti genitore amorevole, di far
contento il tuo bambino, di occuparti di lui, disinteressandosene
totalmente. Il genitore con un serio problema di dipendenza da giostra è
quello che passa qui tutto il tempo libero, peggio che col video poker
sgancia monete a profusione e poi si mette in un angolo a guardare
l’iPhone. Solitamente mentre il figlio monta imbizzarrito il suo
cavallo, frustando quelli dei vicini della contrada dell’Istrice e della
Tortuca.
Io. Io sono quella in piedi accanto a Marta, mi
riconoscete perché ho un bell’incarnato verdino e mastico travelgum, più
o meno così.
https://www.youtube.com/watch?v=-3_XpYhj6nU
Il padre dei miei figli. Porta Marta e Lorenzo alla giostra per un
unico, inconfessabile motivo: attardarsi con i bambini sulla pedana
girevole fino alla partenza della stessa, per poter fare quel gesto
atletico irrinunciabile del salto a giro iniziato. E poi dicono che le
giostre siano per i bambini."
Fonte: https://www.facebook.com/MaDoveArrivoSeParto/posts/313944788779763
Poi ci sono io...
L'unica giostra dei miei figli risale al Carnevale del 2010... Non c'erano nemmeno tutti.
Per caso abbiamo trovato un bruco e ne abbiamo testato l'ebrezza! E' rimasto talmente nel cuore che nessuno ha mai chiesto il bis.