Le scarpette senza passi

La terra dei fuochi: ad ognuno la propria...

"Queste scarpette in realtà le ho ritrovate da un po' di tempo. Erano in un posto, poi all'improvviso le ho ritrovate.
Un po' di tempo fa le ho ritrovate e le ho messe su una finestra dove tutti i giorni c'è un via vai di cose che...: si pagano le rette, quindi il giornaliero e queste scarpine sono quel tempo che si è fermato. 
Poi mio figlio mi dice: "Mamma, mi dici dove posso mettere questi soldini che ho vinto in un posto sicuro?" 
E io gli metto queste monetine qui (nelle scarpette). Poi me le rigiro, le guardo... 
(Le sto raccontando l'episodio: perché le porto con me da un po'.)
...e le guardo e mi rendo conto che la sintesi della terra dei fuochi è che la gente per un po' di denaro ha permesso che questi bambini non facessero più passi su quella stessa terra... ed è devastante."
Anna, mamma di Riccardo: ammalatosi a 6 mesi e morto dopo 18 mesi.

"Dal nord ci mandano i veleni, poi ci portano a curare... un ciclo terrificante: un'andata e ritorno."
Marzia, mamma di Antonio: ammalatosi a 8 anni e mezzo, morto dopo un anno.

Così sulla terra dei fuochi si muore. Muoiono i bambini: soffrendo, subendo cure faticose e senza poter vincere la loro lotta.
Le mamme raccolgono i loro piccoli bambini e imparano a fare senza di loro. Come ci riescano non so dirlo. Come riescano a non morire di dolore, poi di rabbia. Come non mollino e se ne vadano da questo paese che non vuole interessarsi dei suoi cittadini. 
Invece loro si organizzano, trovano modi civili e pacati di denunciare. Si attivano e perseverano, nonostante le bugie, le promesse non mantenute, nonostante continuino a vedere morire i loro figli.

A noi, che su quella terra non viviamo, sono date rassicurazioni come questa:


"Io abitavo in città e sono venuta a vivere in campagna per... perché pensavo di fare una vita sana, di dare a mio figlio una vita sana. Purtroppo non è stato così, perché attorno a me c'è il veleno. Stiamo respirando veleno quotidianamente. Quando mi è stata data notizia della malattia di mio figlio, dopo un primo momento di shok - diciamo così - ho chiesto il perché. Ho chiesto: "Perché mio figlio si è ammalato? Cosa è successo?" La leucemia da dove viene? Io non la conosco come malattia: non sono un medico. Mi è stato risposto che mio figlio è stato particolarmente sfortunato, che la leucemia gli è arrivata addosso come una tegola sulla testa. Ho cominciato a guardarmi attorno in reparto. Ho notato che arrivavano bambini a zone. Arrivavano bambini dalla zona del mantovano: 4 in un mese. Pochi mesi dopo di noi è arrivato un altro bimbo di Castenedolo: della stessa età del mio, 5 anni, con un problema oncologico grave. Dopo qualche giorno, un altro! Sempre di Castenedolo, con un tumore. No, non è possibile... Tre dello stesso paese? Non è possibile: c'è qualcosa che non va! Qui non stiamo più parlando della tegola sulla testa. Qui c'è qualcosa nell'aria, c'è qualcosa che ci sta facendo male, che sta facendo male ai nostri figli, a noi. Discariche, sfruttamento edilizio di qualsiasi zona che poteva essere sana, falde acquifere inquinate. Quindi credo che sia stato questo a far ammalare mio figlio. (...) Basta! E' ora di finirla: stanno uccidendo i nostri bambini!"
Una mamma volante, mamma di un bimbo (5 anni) malato di leucemia.

Lo diciamo al Sig. Pomì che Mantova, Montichiari, Castenedolo stanno in Lombardia?
La terra dei fuochi è sparsa un po' ovunque: noi siamo certi di non vivere sopra la nostra?

Sì, lo capisco... dopo una giornata di lavoro, magari dopo due ore di coda in auto, una mezzora per trovare parcheggio, i bambini che strillano, il gruppo di wahtsapp che freme per ricevere la faccina del momento, francamente non c'è la voglia di guastarsi la serata coi problemi degli altri: che poi tanto non cambia niente, che tanto le regole non le facciamo noi, che tanto in Parlamento fanno i loro interessi e sono una manica di ladri. Che vuoi farci: così è da sempre e sempre sarà!
Allora dai, fammi un favore, gira su RaiUno, che c'è Sanremo. 
E finché c'è Sanremo l'Italia sta apposto.

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