Tu di che Parto sei?

Si respira aria di una nuova tendenza...
All'ordine del giorno c'è il parto.
Partorire in una struttura ospedaliera, oppure a casa. Acquisire consapevolezza della fisiologia del parto e delle negative ripercussioni che ha la medicalizzazione, sempre più nociva se eccessiva.
Restituire dignità al dolore del parto. Dignità e utilità, perché nella fisiologia naturale, ogni cosa ha un senso e non sentire significa privare.
Punti di vista a volte diametralmente opposti: chi rivendica l'utilità della medicina, chi imputa ad essa gran parte dei mali del mondo...
In tutto questo vociare di scuole di pensiero, di esperti che sanno e ci mettono in guardia su cosa sia meglio per noi, ho la sensazione che manchi l'unica verità che dovrebbe essere svelata con umiltà: per quanto cercheremo di programmare l'evento della nascita, per quanto ci adopereremo fra acquagym, cibi sani e lunghe camminate rigeneranti, per quanto avremo consapevolezza di noi stessi, del nostro corpo e delle capacità di cui disponiamo per far fronte a ciò che ci aspetta, noi non sappiamo cosa riserverà per noi il futuro.
Noi non abbiamo controllo su tutto e qualche volta le cose non vanno come ci aspetteremmo.
A volte ciò ci obbliga a ripiegare uscendo dalla vasca in cui avremmo voluto partorire, a volte ci obbliga persino a ripiegare su un parto cesareo, qualche altra volta siamo obbligati ad imparare a vivere senza il figlio che aspettavamo.
Il disagio che provo nel raccogliere l'andirivieni delle opinioni, spesso per nulla umili, ma dettate da una consapevolezza circoscritta al personale e limitato vissuto, sta nel timore che l'affermazione di una nuova tendenza (in qualunque direzione finisca col dirigersi), porti con sé anche la determinazione di altre nuove categorie di mamme.
Mamma cesareo o mamma naturale?
Mamma da ospedale o mamma da casa o casa parto?
A questo punto, di solito si estraggono le statistiche: troppi cesarei nel nostro paese, troppo pochi parti naturali, di VBAC quasi non si parla...
Le linee guida dicono questo e quello... numeri, quasi tutte percentuali.
Invece vorrei che si parlasse delle persone.
Perché forse capita di rado, ma quando capita è una persona in carne ed ossa a raccogliere il suo personale dolore, il suo fallimento. Perché è un fallimento trascorrere nove mesi nel prepararsi ad un parto naturale e poi dover subire un cesareo. Perché è un fallimento (o meglio, un lutto) prepararsi ad accogliere un figlio e finire col porre una targa di marmo su una tomba...
Il parto è un fatto di natura.
Partoriamo da sempre e da sempre partoriamo perfino senza esserci ancora estinti.
Oggi possiamo soffermarci sui dettagli. Possiamo ammettere che da come veniamo al mondo, posiamo il nostro primo mattone nella relazione con i nostri genitori e verso noi stessi. Da come mettiamo al mondo, posiamo il nostro primo mattone nella relazione coi nostri figli e con la nostra genitorialità.
Così mi piacerebbe che lo sguardo su questo evento fosse naturale, ma anche realistico. 
Mi piacerebbe che fossimo noi che generiamo a restare il centro dell'interesse di coloro i quali scelgono di accompagnarci in questa fase della nostra vita, e non il loro punto di vista.
Mi piacerebbe che si parlasse di parto con l'umiltà doverosa verso un fatto di natura che possiamo conoscere, studiare, monitorare, ma non possiamo controllare del tutto.
Mi piacerebbe che fossero contemplati tutti i tipi di parto, perché ogni parto porta con sé i suoi mattoni.
Curiosamente è proprio il parto meno naturale (quello cesareo), ad essere più ignorato, invece credo sia quello più bisognoso di sostegno, proprio perché non naturale. Esso non si posa su migliaia di anni di evoluzione e porta con sé mattoni molto più fragili.
Vorrei che fosse contemplata anche quella categoria di mamme che non ha potuto scegliere il suo parto e non per codardia, scarsa informazione o perché sia stata privata del suo diritto di rivendicare il ruolo di protagonista in questo evento, ma semplicemente perché la medicalizzazione si è intromessa e per fortuna ha salvato suo figlio.
Le mamme sono tutte mamme, in qualunque modo siano nati i loro figli e quindi loro.

Etichette: , , , , , , , , , , , ,