Dallo specchietto retrovisore

Le ragazze sono entusiaste!
Si ricomincia la scuola.
Pregustano di ritrovare gli amici: i pomeriggi di bel tempo a zonzo per la più grande, a giocare a casa delle amichette per la più piccola.
Sono cariche e piene di buoni propositi: la punta alle matite, la prova pennarelli, la scelta dei quaderni, uno dei test esistenziali fra i più complicati.
Quello con la copertina del gatto, lo tengo per italiano o storia? Forse sarebbe più indicato per geografia... Tu cosa dici, mamma?
Io che dico?
Se cedo sul primo, avrò da contrattare per innumerevoli materie, fantasie e qualità della carta, così taglio corto e la chiudo con un: "Fai tu."
Loro borbottano e si ritirano nei loro appartamenti: si offrono consigli, soluzioni e si illuminano alle intuizioni. Il quaderno col gatto, presumibilmente, resterà l'ultimo, soppiantato da ballerine, smile o altre diavolerie.
Per me è la corsa all'offerta, la raccolta dei bollini, lo smaltimento dei buoni sconto, il salasso dei libri di terza media e dei grembiuli introvabili, per taglia e colore...
Si ricomincia e lo si fa già a pieno regime!

Noi famiglie non possiamo farci trovare impreparate: già con in mano il bollettino del contributo scolastico volontario (che volontario non è), altrimenti niente diario, che invece è obbligatorio (e pur sforzandomi di trovare un senso, lo ammetto: non ci riesco!). Già coi libri ordinati, meglio se ritirati, rifasciati e poi etichettati. Già sulla soglia ad aspettare che la sveglia suoni e pronti a partire.
Invece la macchina della scuola e i suoi colleghi può tranquillamente prendersi il tempo che le serve per rodare, perché si sa: ogni anno non è uguale all'altro...
C'è da decidere a che ora iniziare le lezioni, così dopo averci riflettuto su qualche settimana, si può convenire che l'orario dell'anno precedente non era affatto male.
C'è da realizzare che i rientri presuppongano il servizio mensa... 
<<Ma davvero? E l'anno scorso come abbiamo gestito la cosa? Già... con la mensa. Pensa tu, non l'avrei mai immaginato... >>
Occorrono dalle due alle tre settimane per illuminarsi d'immenso.
Non vorrei tralasciare la parte del trasporto scolastico: non sia mai!
<<Ma davvero anche quest'anno i ragazzi tornano a scuola? Ma proprio tutti, tutti, tutti?
Oh beh! Allora occorrerà qualche pulmino... peccato non averlo saputo per tempo... in effetti è così solo da qualche decennio, si potrà mica immaginare che lo si dia annualmente per scontato!>>
Lungo tutto questo tempo necessario a rodare la macchina, che pare sia la prima volta in vita sua che metta in moto, immagino che avvenga almeno una telefonata fra le corriere e le scuole, in tal caso il dialogo fra loro deve essere pessappoco questo:
<<Ciao Vattelapesca, che dici, quest'anno come lo scorso?>>
<<Ma non so... ci rifletto ancora un po', intanto risparmio sul personale, l'elettricità e la carta igienica, richiamami fra qualche giorno...>>
<<Va bene....>>
Non si risentiranno mai più: le corriere avranno orari a caso e le scuole continueranno a pensare che gli alunni ci arrivino volando.
Occorre restare vigili, muniti di carta e penna e ad un certo punto chiedere cortesemente all'Istituto scolastico di derogare sull'orario di entrata e permettere il ritardo: vista la mancanza di mezzi per arrivare in orario! Necessario e indispensabile è allegare fotocopia con le corse utili del servizio di trasporto, che è pubblico, on line e appiccicato al palo di ogni fermata, ma che vuoi, magari li frego...  così mi mettono alla prova, che in effetti ci vuole una laurea per districarsi in quelle sottospecie di schedine che fungono da orari!
Ci vuole pazienza, la solita dose di ironia, una buona auto che non decida di mollarmi durante il tragitto e lo ammetto: nemmeno tre mesi di ferie mi hanno ricaricato tanto da regalarmi l'entusiasmo delle mie figlie.
Non posso pensare all'andirivieni, gli orari tutti diversi, le scuole a dieci chilometri l'una dall'altra, gli imprevisti, le influenze, le allerte meteo, la palestra, il piccolo che mi fa da navigatore da mane a sera e chi più ne ha, più ne metta.

Così quest'anno sono io ad avere le pive nel sacco, perché so che difficilmente avrò ancora tanto tempo a disposizione per guardare i miei figli dritti negli occhi, più facilmente accadrà come lo scorso: li osserverò crescere dallo specchietto retrovisore.



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