Ieri è stata una giornata dai risvolti inaspettati...
15 ottobre, Giornata Mondiale di Consapevolezza sul Lutto perinatale.
Non
mi ha mai convinta molto questa ricorrenza, non certo per l'obiettivo a
cui mira, quanto per le modalità con cui aspira a raggiungere la meta.
Consapevolezza non è direttamente proporzionale a commemorazione...
Tuttavia è un po' in questo luogo che si spinge e ciò mi mette a disagio.
Il
motivo è semplice: la giornata di commemorazione dei morti è il 2
novembre, non il 15 ottobre, che si sia fra coloro che accendono
candele, oppure no.
Commemorare
il mio dolore o le mie figlie il 15 ottobre per me significa conferire
loro un posto a parte, ma loro non sono a parte... loro sono come tutti
gli altri defunti del mondo.
Consapevolezza, secondo me, significa ciò che è accaduto ieri e poi ancora oggi.
A partire da
Ma dove arrivo se parto che ha scelto di condividere nuovamente un mio vecchio post, a
Instamamme che ha pubblicato un articolo che ho scritto per loro e a cascata tutto il resto.
Ne abbiamo parlato, tutti insieme.
Abbiamo raccolto il commento di tante mamme, il dolore di tante donne, l'abbraccio di tutte noi.
Ecco la consapevolezza!
L'abbiamo costruita tutti insieme e vi voglio ringraziare una per una!
Grazie a:
Mi sono commossa. Più di una volta nel leggere le vostre parole. So bene che le avete cercate fra le più delicate e avvolgenti.
Il pensiero va al senso delle cose, dei fatti, degli eventi...
Riflettevo questa mattina, mentre in auto facevo la solita spola fra
la scuola, la spesa e la vita quotidiana: quanto dolore ho trovato nei
commenti delle mamme, sotto gli articoli via via pubblicati.
Il dolore è protagonista insieme ad un altro messaggio prepotente: NON SI DIMENTICA.
In quanti lo hanno detto.
Certo che non si dimentica.
Non si dimentica un figlio: come si potrebbe?
Non si dimentica il figlio e non svanisce mai il dolore d'averlo perduto.
Eppure io quel dolore non lo sento più.
Non
è il dolore che accompagna la mia maternità, perfino quella negata,
bensì l'accettazione e poi la trasformazione, molto spesso il sorriso.
Io sono madre 5 volte: un patrimonio inestimabile!
L'ho proprio preso per le corna quel fottuto dolore e l'ho stravolto!
Ora
è diventato questo: un gruppo di donne che costruisce un tam tam di
informazione, divulgazione e un grande abbraccio avvolgente.
E' questo il senso del mio lungo viaggio nella sofferenza.
Mentre il senso della morte delle mie figlie resta sempre e solo il medesimo: il loro essere state in vita.
E' la sorte di tutti gli umani...
Come vorrei che tutte le mamme obbligate a questa sofferenza, sentissero anche loro la pace del cuore...
Grazie infinite a tutte voi, meravigliose donne, per avere voluto condividere un momento così prezioso!
Vi abbraccio...
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