L'eterna forestiera

Vivo in una frazione remota di un piccolo paese nell'entroterra ligure ormai da diversi anni.
Abbastanza lontano dalla città, ma anche dalle forme di vita umana...
Un vero paradiso!
Mi posso dimenticare di tutto, finché bussa il postino con una cartella di Equitalia, allora ricordo esattamente in quale nazione mi trovo.
Quando mi sono trasferita è stato tutto una scoperta!
C'è voluto tempo per acquisire nuovi riferimenti, sapere dove andare a fare la spesa o comprare le scarpe, riconoscere le strade, il panificio con la migliore focaccia, o il gelato, che per inciso secondo me si trova da Toca Nò, sotto i portici della Chiavari antica.
C'è voluto tempo per scoprire quali semafori hanno la telecamera con scatto automatico impostato a 4 (o 3?) secondi dal giallo: poi abbiamo trovato un nostro book fotografico nell'ufficio dei vigili, allora abbiamo imparato che allo scattare del giallo bisogna inchiodare, senza indugio, né tentennamenti. E' diventato un riflesso automatico proveniente dall'amigdala: o così o 100 e fischia euro di multa e qualche punto della patente, il sunto del terrore più atavico.

Vivendo qui mi sono via via assuefatta ad alcuni usi e costumi di questo luogo, ho acquisito gestualità e ritmi propri di qui, ma me ne sono accorta solo quando sono tornata nella mia vecchia città e ho sperimentato che inchiodare sullo scattare del giallo, nella migliore delle ipotesi produce l'imprecazione di quello dietro, che solo per pura fortuna non ti ritrovi accomodato nel baule.
Trasferirmi è stato scoprirmi forestiera.
Dal principio fuori luogo per via di quei riferimenti che non avevo, della cadenza dialettale che non è la stessa e di volti che non erano familiari.
Poi il tempo è passato e i figli hanno fatto il resto.
Loro hanno imposto una socializzazione forzata, tra l'asilo, la scuola, l'attività sportiva...
Così i volti sono diventati sempre meno sconosciuti, ho cominciato ad avere idea di quale fosse la composizione di alcuni alberi genealogici locali e mi sono ritrovata a pronunciare qualche parola con la stessa cadenza di qui... Mi sono piacevolmente adeguata ai ritmi del paese, più a misura d'uomo.
Scuola, casa, famiglia, un po' di chilometri avanti e indietro, ma nessuno sguardo di sdegno perché i miei figli non praticano, nuoto, danza, scherma e pianoforte, almeno... che sennò non offri loro tutto il meglio sul mercato. Così nessuno sta a guardare se ho le scarpe firmate, la messa in piega o le unghie finte (ma poi ste unghie finte quando si staccano, si portano via anche le tue o quelle restano?). Noi mamme ci incontriamo davanti alla scuola e lasciati i bambini si fanno due chiacchiere e "Ci si vede più tardi". All'uscita se qualcuna di noi tarda, qualcun altra resta a vegliare sul figlio in attesa fino al ricongiungimento familiare. A cadenze alterne ci si presta i bambini e i pranzi, poi i pomeriggi, si arricchiscono di chiacchiere e giochi, oppure calano in un piacevole silenzio quando capita il turno di riposo. Nelle ore di punta ormai è tutto un salutare di mani. Allora ho la sensazione di essermi un po' integrata, di avere perfino una vita sociale!
Ho la sensazione di essermi sganciata dal passato e allacciata al futuro che abbiamo scelto: grazie alle mamme fuori dalla scuola!
Tuttavia resto una forestiera. Sono sempre quella che si è trasferita qui e non ha memoria di come fosse prima del giorno in cui ha posato piede nel nuovo paese. Non capirò mai tutte le battute, né potrò adeguarmi a certe usanze e abitudini.
Ecco, non riuscirò mai a portare i figli all'asilo in pigiama, come m'è capitato di vedere qualche volta anni fa.
Per carità, non è certo una brutta abitudine! Significa sentirsi come a casa anche per le strade del proprio paese. Tanto che sono addirittura riuscita a scendere a patti con me e qualche volta cedere alla tuta...
Forestiera mi ci fanno sentire ogni volta che mi tacciano con: "Mica te l'ho detto io di venire a stare qui!" Una frase infelice che dimostra quanto sia pesante a volte dovere negare ad un proprio cittadino servizi che altrove potrebbero sembrare ovvi, ma non lo sono qui, per mancanza di fondi, per i danni alluvionali, per... qualunque ragione determini un no.
Tuttavia da queste parti richiedere servizi alle istituzioni è ancora possibile, insomma, te la puoi ancora giocare, mentre perso fra i grandi numeri della città resti un nulla nel mucchio in fila.
Poi capita di tornare in città e ogni volta mi accorgo di essere sempre più forestiera anche lì.
I negozi che ricordavo non ci sono più, le strade hanno cambiato senso di marcia, l'aria che un tempo non aveva odore ora sa di smog e non è un piacere, quello che una volta era il traffico normale, ora sembra l'intasamento più abnorme del mondo, abituata come sono a circolare senza grandi intoppi.
Poi la gente parla, quella autoctona che è rimasta, e finalmente un suono familiare!
Ormai ho accettato di essere una donna senza patria, ad eccezione delle sole quattro mura fra cui vivo, che sono state per me le prime in cui mi sono sentita davvero a casa.
Mi godo tutto: le passeggiate (poche e brevi che son pigra!), le stagioni, la pace, il silenzio, lo spazio.
Uno spazio per i gesti e per i pensieri che possono correre senza briglie fin dove voglio farli arrivare.
Mi inerpico su per il monte e so che ogni curva in avanti è un passo indietro per le seccature, la gente invadente, il dialetto che non mi appartiene, impegni e doveri che restano a valle.
Si da pena di salire solo chi davvero vuole passare del tempo con noi e dividere con noi qualche ora di pace.
Il mio mondo visto da MissTy
Apro la finestra, esco in giardino, e mi trovo fra queste colline.
Spingo lo sguardo al limite di uno dei versanti e trovo la casa di una delle mie vicine più prossime.
La sua casa vista dalla mia è ridotta alle dimensioni di un pollice. Qui sono queste le distanze fra vicini...
Lei è MissTy.
MissTy, oltre ad essere un'ottima fotografa, è anche un'eccellente artista, ma soprattutto è di Zena come me: qualche volta mi regala il mio mondo dalla sua prospettiva, come in questa foto, poi mi lascia un commento in zeneize e per un po' riesce a non farmi sentire più forestiera.

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