A te che mi vuoi bene senza che ancora abbia fatto nulla.
A te che sapevi di essere mio ancora prima che sapessi di
essere tua.
A te che mi sopporti e ti adegui.
A te che ci provi a capire come funziono, per non farmi
arrabbiare e farti approvare…
A te che ti rassegni alle scarpette ancor prima di avere due
piedi che sanno camminare.
A te che grondi di sudore perché il dubbio che ho è sempre
che tu prenda freddo e ti ammali…
A te che puoi correre senza correre, che poi cadi.
A te che puoi mangiare, ma senza sporcarti, che poi non va
via.
A te che puoi bere, ma senza sbrodolarti, che poi ti
raffreddi e ti ammali.
A te che mi chiami e se non ti rispondo ci riprovi; se
ancora non ti ascolto mi urli e di becchi una sgridata perché mica ci sei da
solo al mondo… ci sarei anche io, che ho altro da fare.
A te che puoi guardare la tv, ma facciamo che decido io…
perché la guardiamo insieme e se un programma non mi piace, beh io mi annoio…
A te che devi andare a dormire quando decido io.
A te che devi alzarti quando decido io… e se fai i capricci
ti becchi una sgridadata, che mica ci sei da solo al mondo e adesso il mondo ha altro da fare.
A te che lo Zecchino d’oro è concesso a piccole dosi, che il
coccodrillo e la Peppina li canticchio dallo scorso millennio, sentiamoci l’ultima del Liga e
teniamoci aggiornati.
A te che in macchina vorresti guidare, eh… perché io sì e tu
no? Perché no: allora fermo, zitto e imbragato come un salame, che se freno ti
fai male, poi andiamo all’ospedale. E smetti di lamentarti, chiamarmi e fare
capricci che mi distrai… se mi distrai rischiamo di sbattere e se sbattiamo ti
fai male e andiamo all’ospedale…
A te che la sera ti metti nel lettone e mi aspetti per
tenermi la mano e addormentarti… ma di solito mi addormento prima io…
A te che la mattina per prima cosa mi dai un bacino… sì
certo, l’ho fatto per prima io con te, ma come spesso accade, ormai l’allievo
ha superato la maestra.
A te che sei così bravo a trasformare le incombenze noiose
in un gioco, che mi chiedi di andare a fare la spesa perché ti piace scorazzare
sul carrello e consegnare la merce alla cassiera.
A te che ami i tuo fratelli e le tue sorelle, sopporti la
condivisione e ti testi nel dividere.
A te che ridi del mio riso e piangi del mio pianto.
A te che alla fine un sorriso me lo regali sempre, che mi
abbracci e mi baci anche se sono stata sgarbata e autoritaria.
A te che non mi hai chiesto di venire al mondo, ma io ti ci
ho messo lo stesso.
Tanti auguri a te!
A te, che senza di te la festa della mamma (del papà e dei
nonni) non ci sarebbe.
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