Più e meno, prima e dopo, io, lui e loro...

Una mamma, tale Amber Doty, scrive un post che raggiunge anche me.
Si propone di spiegarci perché suo marito verrà sempre prima dei suoi figli.
Ma pensa... - mi dico - il marito prima, i figli dopo: cos'è una gara?

La curiosità (che è femmina) mi fa proseguire.
In sostanza Amber sostiene che ama di più suo marito, che i figli vengono dopo, che l'impegno nella relazione col marito possa essere di beneficio per tutta la famiglia, perché ciò diminuirà le possibilità di divorzio, facendo in modo che i loro figli crescano con entrambi i genitori. Il loro esempio di relazione sana sarà per i loro figli di aiuto nei rapporti futuri, sicura di potersi considerare un modello di felicità matrimoniale.
Si accerta che nessuno la fraintenda: lei ama i suoi ragazzi! Ma di più il marito.

Salvo rare eccezioni, non troverete mai i nostri figli a letto con noi. Se possiamo permetterci solo una vacanza all'anno, ci andiamo da soli e non ci sentiamo in colpa nel chiedere l'aiuto della famiglia quando vogliamo una sera tutta per noi, dove parlare di tutto tranne che di bambini.
Immagino quelle mamme che hanno fatto dei figli la loro unica ragione di vita stramazzare al suolo in preda ad una crisi epilettica!
Ma certo che la coppia ha bisogno del suo spazio!
E quale senso di colpa nel lasciare i figli una sera ogni tanto ad un parente per trascorrere del tempo col proprio marito senza parlare di bambini? Se si ha speranza di averne altri, la strada è quella...
Qui da noi la difficoltà non è il senso di colpa, semmai trovare un parente! Che se ne devi piazzare uno (di bambino) magari si presta; quando sono due, lo fa a cadenze molto ampie; al numero tre più che un parente devi trovare un martire!
Non penso affatto sia assurdo rivendicare il bisogno/diritto di restare uomini e donne, mariti e mogli, nonostante arrivino i figli, piuttosto penso che la cara Amber non abbia ancora incontrato un buon analista....
Una famiglia è fatta di chi si ama di più e chi si ama di meno? 
Di chi viene prima e chi viene dopo?
Questo marito è contento d'essere in competizione coi suoi figli? Era questa l'idea di paternità che aveva?
E' auspicabile darsi come primo obiettivo quello di far crescere i propri figli con entrambi i genitori? Anche al prezzo di passare loro l'idea di valere per la propria madre meno del proprio padre?
La precisa gerarchia d'amore decreta la salute di una famiglia?
E' questa una famiglia tipo?
Cos'è una famiglia?
Una famiglia è fatta da due adulti e tutti i bambini che ci stanno.
Almeno la mia famiglia è così!
L'amore fra mio marito e me ha generato i nostri figli. Non c'è chi amo di più o chi amo di meno, chi viene prima e chi viene dopo... c'è chi ha già acquisito una certa autonomia e chi ancora necessita di tempo per convincersi di averne una. 
Nella mia famiglia gli adulti hanno consapevolezza di una loro autonomia, i piccoli un po' meno, così chi sta più avanti nel processo di presa di coscienza aiuta quelli ancora non pienamente illuminati!
Io ho il ruolo della mamma e della moglie, mio marito quello di padre e marito. Insieme, consapevolmente abbiamo perseverato nell'amoreggiare, finché abbiamo generato questi figli, liberi di entrare nel letto ogni volta che ne sentono il bisogno, fin dai tempi in cui il co-sleeping suonava come una bestemmia.
Inquietante aspetto di una famiglia in gita...
Talvolta siamo noi a fuggire sul divano... come una scappatella... (cosa che ha pure il suo fascino!) silenziosi e attenti a non svegliarli, che se si svegliano non ci fanno fuggire più!
In preda alla disperazione, di tanto in tanto, ricordiamo loro che mamma e papà sono fidanzati, così la mediana interviene puntualizzando che in realtà siamo sposati! Sia mai che le cose cambino... Noi non ci lasciamo intimidire e compatti spieghiamo che abbiamo bisogno di un tempo tutto nostro per chiacchierare di cose nostre, per farci le coccole perché noi ci amiamo, proprio come amiamo loro... che se noi non ci amassimo loro nemmeno ci sarebbero! Insomma, mamma e papà hanno bisogno di un po' di tempo ogni tanto, per fare quello che fanno i fidanzati e gli sposati... è uguale, così si annienta la speranza della mediana di contrattare.
Nella nostra famiglia non sono io ad avere una scala di valori, a dovere decretare la posizione di ognuno nella scala sociale: papà il re, lui viene prima; i figli, la plebe, loro se ne avanza. Noi (mio marito ed io) abbiamo una scala di valori. Più che valori sono consapevolezze... non che divenire genitori significhi l'obbligo di cedere d'ufficio il proprio letto. Per noi, divenire genitori significa amare i nostri figli tanto che si sentano amati. Quindi non fin dove siamo disposti a cedere, ma là dove si manifestano le loro esigenze, qualche volta cedendo anche. Amarli ed essere amati da loro è il compromesso fra bisogni e possibilità di tutti.
Qualche volta significa rimandarci, pazientare, far saltare i progetti... E' un sacrificio? Qualche volta sbuffiamo e ci lamentiamo... poi ci diamo appuntamento sulla via del divano... qualunque ora sia!
L'amore per il proprio marito si dimostra ai figli lasciandoli a casa mentre si fa l'unica vacanza dell'anno?
Va già bene che ce ne sia una l'anno! e proprio perché è così raro poter fare qualcosa di straordinario, come potremmo non condividerlo coi nostri figli?
Noi dimostriamo ai nostri figli l'amore che proviamo l'uno per l'altra tenendo botta insieme, nonostante la fatica, nonostante ciò che lì per lì somiglia ad un sacrificio.
Teniamo botta avendo presente cosa ci ha uniti. Ogni giorno lo troviamo in un sorriso, uno sguardo, quella telefonata a mezza giornata per raccontarci qualcosa, anche niente, che c'è da fare! E' così che ci impegnamo nella relazione che garantisce (speriamo!) l'unità della coppia e una famiglia con due genitori a modello per i nostri figli.
Ci siamo e siamo insieme, uno incastrato all'altro anche da lontano: separati e sempre uniti.
Poi ci capita di ricavare quel momento, nel nostro letto casualmente vuoto. Restiamo nel silenzio ad ascoltare i respiri dei nostri figli, attenti alle variazioni... ci domandiamo se arriveranno, lì sul più bello, come capita, non posso negarlo! Ce lo diciamo che ci manchiamo: perché il tempo è poco e diminuisce ad ogni figlio che arriva.
Però... però è la famiglia che sognavamo. Quella in cui noi ci avvicendiamo al timone, aspettando il giorno in cui tutti (ahimé) scenderanno per prendere in mano il loro timone. Allora avremo tutto il tempo del mondo per fare quei viaggi, senza lasciare indietro nessuno, rassicurati del fatto che in qualche modo abbiamo contribuito nell'avanzare di ognuno.
Ecco, se diventassi nonna di bambini che sgomitano per scalare la graduatoria familiare, amati di più o di meno del padre o della madre, mi sorgerebbe il dubbio d'aver ceffato qualcosa...

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L'articolo intero: Vi spiego perché mio marito verrà sempre prima dei miei figli

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